Il “dpcm” del 19 ottobre conferma il liberismo paternalista del governo Conte

conte conferenza stampa

Il governo ha perso l’occasione per tagliare le gambe alla ripresa dell’epidemia, con misure più severe (non certo un nuovo lockdown) per 15-20 giorni anche localizzate ma decise dal centro. Così è una pagliacciata. Ma è una decisione che conferma il liberismo paternalista di questo esecutivo (o meglio di tutta l’oligarchia di governo che comprende anche le regioni, il fatto che siano di centrodestra è poco più di una sfumatura): economia di mercato attenuata da rassicurazioni paternalistiche, raccomandazioni al buon comportamento individuale (ma slegato dalla partecipazione collettiva) e interventi sociali minimi come il reddito di cittadinanza, approvato prima che la situazione sociale diventasse completamente esplosiva e incontrollabile. Questo avviene unitamente e concordemente agli altri governi UE non molto diversi da Trump nei FATTI. Si parla di neo-intervento dello stato ma di per sé è la scoperta dell’acqua calda, è qualcosa c’è già anche negli Usa, negli Stati Uniti tutto il grande capitalismo corporativo è assistito dallo Stato come ben spiega Chomsky. La UE ha semplicemente corretto parzialmente una direzione di marcia completamente delirante che la portava alla dissoluzione immediata, ma lo fa per difendere l’esistenza del mercato non a scopi sociali. Lo sforzo civico è per l’appunto limitato al sacrificio individuale (la famosa quanto discutibile resilienza), non esiste la dimensione collettiva, idea che se per la destra è il male, in realtà terrorizza come un incubo notturno tutta la maggioranza di governo giallo-rosa.

F.B.

19/10/2020

P.S. dato che mi sono stufato di dire “neoliberale” quando parlo in italiano d’ora in poi dirò quasi sempre liberista. In fin dei conti Benedetto Croce non aveva poi torto…