Sulla vittoria di Biden

Dire che la vittoria di Biden è modesta vuol dire non riconoscere la forza di Trump. Biden la cui arma vincente era non essere Hillary ha vinto con il traino dei progressisti che lo hanno votato in massa pur non riconoscendosi nel suo profilo. Se poi Biden farà delle politiche buone o cattive è presto per dirlo. Guardando il suo “record” non c’è da stare molto allegri.

Ma la partita è aperta perché Biden sarà pungolato dai progressisti e dai populisti trumpiani. Una situazione che potrebbe aiutare tatticamente Sanders e AOC. Nel congresso la vittoria dei democratici è modesta ma tutti i progressisti sono stati eletti, mentre non così bene è andata per i centristi. Sono due partiti molto diversi – uno socialdemocratico e uno di centro – costretti in un solo contenitore dall’assetto istituzionale ed elettorale statunitense, uniti per necessità contro la destra estrema del partito repubblicano, e la lotta è appena cominciata.

Solo chi credeva ai soliti sondaggi fasulli poteva aspettarsi una affermazione “a valanga” dei blu perché come spiega Varoufakis, pur essendo desiderabile la sconfitta dell’estremismo autocratico di Trump, anti-scienza e anti-minoranze, i sostenitori trumpiani hanno le loro ragioni contro le élites corrotte di Washington, fra di loro molti elettori delle classi popolari e dei “perdenti della globalizzazione”, gli scartati di cui la sinistra non si cura più e che nel 2016 si ribellarono contro l’arroganza del clintonismo.

F.B. 11 novembre 2020

Indian art teacher Sagar Kambli makes paintings of President Donald Trump and Democratic rival Joe Biden on a pavement outside his art school remaining closed due to the COVID-19 pandemic in Mumbai, India, Thursday, Oct. 29, 2020. (AP Photo/Rajanish Kakade)